INTERVENTI DI COUNSELLING - SERVIZI PER LA FAMIGLIA – L’INDIVIDUO E LA COPPIA

COS’E’ IL COUNSELLING PROFESSIONALE ?

Il counselling e’ una professione a carattere psicologico volta a sostenere ed aiutare nell’identificazione, nell’esplorazione, ricerca e superamento di un problema specifico la persona in difficolta’. E’ una specifica professione di aiuto che si attua in periodi limitati nel tempo ,non di psicoterapia, basata su interventi di comunicazione svolti da un professionista, il quale si avvale di tecniche di comunicazione, consapevoli e controllate, allo scopo di agevolare la capacita’ del cliente nell’individuare le proprie possibilita’ e potenzialita’ per affrontare determinate situazioni di richiesta di aiuto.

GLI SPAZI DEL COUNSELLING

INFORMAZIONE:

  • In situazioni quotidiane.

  • In situazioni conflittuali.

  • In situazioni di emergenza.

  • In situazioni traumatiche.

AFFIANCAMENTO:

  • Attesa.

  • Confusione ed incertezza.

  • Paura.

  • Dolore.

  • Sostegno alle azioni e decisioni.

FINALITA’:

Aiutare ad affrontare ed individuare insieme al cliente le aree problematiche che ostacolano la presa di decisione; individuare un percorso da lui praticabile per riuscire a trovare nuove strade ed ipotesi. Costruire insieme possibili cambiamenti, trasformazioni e ricerche di soluzioni.

A CHI E’ INDIRIZZATO

SALUTE:

Interventi indirizzati a problematiche tali da cambiare la relazione con il mondo esterno, non solo da parte del malato, ma anche per tutti coloro che gli stanno vicino. Una buona comunicazione ed una maggiore informazione inducono ad una maggiore chiarezza, comprensione ed un aiuto alla scelta del comportamento da intraprendere.

COUNSELLING NEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE.

COUNSELLING PER LE PROBLEMATICHE IN ETA’ EVOLUTIVA.

SITUAZIONI DI CRISI E DISAGIO ESISTENZIALE PER IL LAVORO, MOBBING.

COUNSELLING E SCUOLA:

  • Alunni con scarso rendimento.

  • Comunicazione genitori e figli.

  • Studenti aggressivi, indisciplinati, bullismo.

  • Studenti isolati, difficolta’ di inserimento ed emarginazione.

  • Studenti con problemi di salute o in stati fisici particolari.

  • Orientamento scolastico.

COUNSELLING E FAMIGLIA:

  • Sostegno alla genitorialita’.

  • Counselling di coppia e famiglie che attraversano momenti di crisi e difficolta’ relazionale.

  • Counselling con familiari di soggetti in situazione di handicap e/o di disagio psichico.

COUNSELLING AZIENDALE:

  • Gestione delle risorse umane e dell’impresa.

  • Gestione del conflitto.

  • Comunicare in pubblico.

  • Counselling con familiari di soggetti in situazione di handicap e di disagio psichico

A cura della Dr.ssa M.R. Nicoletta Porzano

TERAPIA DI COPPIA

Le difficoltà fra i partner sono una evoluzione della coppia ma a volte queste diventano tali da richiedere un intervento di un esperto affinchè la coppia impari a relazionarsi in modo armonico. Lo scopo della terapia non è quello di capire "chi ha ragione".

E' la coppia stessa che mira al funzionamento della terapia, scoprendo cosa sta accedendo nella relazione, il perché un certo equilibrio si è rotto e quale tipo di strumenti diventano necessari per raggiungere un diverso livello di consapevolezza

Gli aspetti che diventano capisaldi rispetto agli interventi sono:

  • La comprensione di sé, delle emozioni che si stanno sperimentando in questo periodo di vita

  • L'assenza di giudizio per cui si chi chiede aiuto è libero di esprimersi nella consapevolezza che non verrà mai giudicato

  • Introdurre insieme possibili nuove chiavi di lettura per uscire da una situazione di stallo e condizioni emotive di sofferenza.

PROGETTO DI INTERVENTI DI COUNSELLING AZIENDALE

Nel mondo del lavoro il bisogno di supportare e sostenere le risorse umane di cui un’azienda dispone diventa sempre più importante. I momenti di difficoltà personale, i disagi, le insoddisfazioni influiscono spesso sulle prestazioni lavorative e rallentano il processo di crescita formativa e produttiva del lavoratore.

Quando la motivazione e le energie vengono meno si lavora male. Un collaboratore insoddisfatto è peggio di un affare mancato. E’ importante per questo puntare sul benessere dei propri collaboratori.

I dati divulgati dall’organizzazione internazionale del lavoro parlano chiaro. Ogni anno il 4% del PIL mondiale viene speso per problemi connessi a malessere psico-sociale sul luogo di lavoro e il 70% dei lavoratori è insoddisfatto delle proprie attività professionali. Di fronte a questa situazione ci sembra doveroso dedicare attenzione ed impegno per aumentare e promuovere il benessere all’interno dei contesti lavorativi. A tal proposito il decreto 81/08 “testo unico per la sicurezza del lavoro” ha introdotto l’obbligo di valutare il benessere del luogo di lavoro anche da un punto di vista psico-sociale

PERCHE’ PROPORRE IL COUNSELLING NELLE AZIENDE?

Il counselling è una professione a carattere psicologico volta ad aiutare nella identificazione, esplorazione, ricerca e superamento di un problema specifico la/le persone in difficoltà, agevolando le capacità e risorse personali nell’individuare ed affrontare determinate situazioni di disagio

E’ un intervento di aiuto per periodi limitati di tempo, non di psicoterapia basati su interventi di tecniche di comunicazione consapevoli e controllate.

GLI SPAZI DEL COUNSELLING:

  • In situazioni di disagio

  • In situazioni conflittuali

  • In situazioni di emergenza

  • In situazioni traumatiche

IL COUNSELLING COME AFFIANCAMENTO, SOSTEGNO, AIUTO AD AFFRONTARE:

  • Attesa

  • Confusione, incertezza

  • Paura

  • Dolore

  • Sostegno alle azioni e alle decisioni

Secondo la ricerca psico-sociale una comunità assume una buona capacità di funzionamento quando ogni membro di essa si garantisce un’attenzione agli obiettivi e bisogni individuali e collettivi attraverso il rispetto, la mancanza di intimidazione, apertura e chiarezza

Lo sportello di counselling inizia e si sviluppa come attività di ascolto, informazione, formazione, affidato e riservato ad un professionista che abbia effettuato un training specifico controllato e supervisionato nell’ottica della prevenzione, del disagio e dello stress; come promozione della salute individuale e collettiva al fine di non generare frustrazione, scoraggiamento, senso di inadeguatezza e scarsa motivazione al lavoro

La presenza di un professionista che si occupi di accogliere i disagi dei lavoratori può essere importante per aiutare il dipendente ad affrontare aree delicate della sua vita connesse all’attività lavorativa, in modo da aiutare il soggetto a prendere coscienza delle proprie risorse, riattivarle, e utilizzarle positivamente e in modo costruttivo.

Attraverso il confronto e l’interazione con una persona neutrale, agiudicante, che utilizza tecniche di ascolto attivo e di autoesplorazione, l’individuo giungerà a percepire in modo autonomo le proprie abilità, potenzialità e ispirazioni, senza paura di essere giudicato.

OBIETTIVI DEL COUNSELLING AZIENDALE

  • Consapevolezza dei ruoli e dei confini

  • Aumento del benessere nei contesti lavorativi

  • Agevolare una sana comunicazione all’interno dell’azienda

  • Crescita della motivazione al lavoro

  • Migliorare la qualità del lavoro in termini di efficacia ed efficienza

  • Offrire sostegno in situazioni conflittuali

  • Ridurre l’assenteismo

  • Aumentare la produttività

  • Migliorare la relazione e la convivenza tra colleghi

  • Aiuto nella gestione dello stress e conflitti in fase di cambiamento

  • Favorire la coesione organizzativa

DESTINATARI

Manager, responsabili delle risorse umane, singoli lavoratori, gruppi di lavoro

FINALITA’

  • La relazione di aiuto nel contesto aziendale deve offrire una consulenza manageriale e progettuale di percorsi rispondenti ai bisogni e alle esigenze del cliente

  • Elaborare e realizzare soluzioni che facilitano a accelerano il successo dei cambiamenti organizzativi

  • Contribuire a migliorare la competitività valorizzando le risorse umane e sviluppando la capacità dei collaboratori di adattarsi creativamente alle innovazioni

  • Facilitare la riduzione e la gestione dei conflitti che dipendono da dinamiche interattive

  • Dare valore alle persone e potenziare la loro responsabilità per dare crescita e potere all’azienda

  • Favorire una visione realistica di sé nell’ambiente sociale in cui si trova bene in cui si trova ed opera

  • L’individuo deve essere accompagnato dal counsellor ad uscire dal proprio schema di riferimento esistenziale, tenendo conto che l’attenzione è focalizzata sulla modalità e l’apertura del sé.

AFFINCHE’ CIO’ SIA FATTIBILE SONO FONDAMENTALI DA DEFINIRE:

  • Ruoli ben definiti ciò implica potere, responsabilità, riconoscimento e rispetto dei valori gerarchici

  • Confini

  • Comportamento

  • Comunicazione chiara ed esplicita, scambi e confronto aperto

  • Regolazione flessibile nella relazione all’interno e all’esterno del gruppo

  • Rispetto delle regole

  • Apertura al dubbio costruttivo

  • Capacità di vedere le cose con gli occhi degli altri mantenendo la giusta distanza

  • Capacita’ di mediare con se stessi e con gli altri

  • Capacita’ di individuare obiettivi raggiungibili

  • Essere disposti a credere che le proprie convinzioni possono non essere l’unica verità

Se ciò non avviene si instaurano confini labili, con il pericolo che gli individui inneschino connessioni perverse o isolamento. Tutto ciò provoca conflitto e disagio

LA VERIFICA DEI RISULTATI POTRA’ ESSERE MISURABILE ATTRAVERSO:

  • Pertinenza degli obiettivi

  • Efficacia degli interventi attraverso la valutazione degli esiti durante i colloqui

  • Capacità di valutazione soggettiva ed elaborazione del proprio vissuto

  • Organizzazione del proprio lavoro

STRUTTURA DEGLI INTERVENTI

Gli interventi di counselling possono svolgersi a cadenza settimanale o quindicinale

I colloqui saranno Individuali ma se necessario anche a piccoli gruppi che interagiscono tra loro

Il numero di ore da dedicare al servizio sarà modificato in base al numero di persone da coinvolgere

Le consulenze si svolgeranno presso l’azienda

ll costo delle prestazioni professionali potrà essere concordato presso la vostra sede poiché si necessita una valutazione quantitativa di ore da impiegare al servizio

Dott.ssa Prof.ssa M.RosariaNcoletta Porzano

INTERVENTI PSICOEDUCATIVI INDIRIZZATI AGLI ATLETI, ALLENATORI, EDUCATORI E FAMIGLIA

L’intervento psicoeducativo e’ la disciplina che studia gli aspetti psicologici, sociali, pedagogici e psicofisiologici dello sport, specializzata nell’ambito della preparazione mentale sulle abilità che possono essere incrementate nello sportivo; vale a dire:

l’attenzione, la concentrazione, la gestione dello stress, dell’ansia ed altro.

Gli obiettivi principali sono:

  • Il goal setting (formazione corretta degli obiettivi di prestazione e di risultato).

  • Allenare a gestire le proprie emozioni.

  • Allenare alla visualizzazione del percorso e dei gesti motori dell’atleta.

  • Migliorare l’autostima.

  • Lavorare sul self-talk(dialogo interno positivo e negativo.

  • Diagnosticare psicopatologie sportive specifiche come: la Nikefobia, l’ansia da prestazione o la sindrome del campione. I disturbi alimentari (DCA), bullismo e abuso di sostanze stupefacenti.

  • Consulenza della gestione della grinta e della aggressività in relazione allo sport.

  • Favorire la coesione di squadra, favorire il senso di sportività ( fair play) negli atleti;

  • Offrire consulenze  per parent training e genitori

  • Il ruolo dell’allenatore come educatore

MUSICOTERAPIA

La musicoterapia è una disciplina che studia il rapporto suono-essere umano. Si utilizza il suono per aprire canali di comunicazione ed una finestra nel mondo interno dell'individuo.

Dal punto di vista terapeutico si può affermare che essa è attiva stimolazione multisensoriale, cognitiva, relazionale, emozionale impiegata in diverse problematiche come prevenzione, sostegno e riabilitazione.

Può aiutare qualsiasi individuo indipendentemente dalle sue attitudini e competenze musicali.

Gli interventi di musicoterapia stimolano l'esplorazione affettiva ed emotiva dell'individuo e permettono una via di accesso verso la conoscenza di se stessi e degli altri.

La musicoterapia favorisce la riorganizzazione della propria vita interiore, Io sviluppo e la presa di coscienza delle potenzialità latenti o rimosse in modo da acquisire capacità di adattamento per vivere meglio in diverse situazioni di vita.

ESEMPI DEI CAMPI APPLICATIVI DELLA MUSICOTERAPIA

  • Disturbi emotivi e relazionale del bambino e dell'adulto

  • Nevrosi ,psicosi ed altri disagi psicologici

  • Handicap psichico e fisico

  • Disturbi del linguaggio e dei processi psicomotori

  • Esiti di coma

  • Patologie neurologiche

  • Senescenza patologica

OBIETTIVI GENERALI DELLA MUSICOTERAPIA

  • Espressione dei sentimenti per favorire la motivazione, la gratificazione, la creatività e l'autostima

  • Aiutare Io sviluppo psicomotorio, l'accettazione del proprio corpo, dello schema corporeo, il coordinamento oculo-audio-motorio, manualità, manualità fine

  • Attivare le capacità cognitive partendo da ciò che l'individuo è in grado di fare: attenzione, concentrazione, percezione, osservazione, prontezza di riflessi, analisi e sintesi, capacità di interazione, memorizzazione, la classificazione, il senso cronologico e il rapporto tempo-spazio

  • Stimolo per sviluppare le capacità sensoriali ed intellettive e quindi il recupero dal punto di vista linguistico, logico e matematico

  • Migliorare la socializzazione

  • Verificare e accettare le regole, riconoscere le proprie capacità ed anche i propri limiti

  • Liberazione di energie e di tensioni

  • Contatto ed orientamento della realtà, stimolazione del ricordo

MEDIAZIONE FAMILIARE NELLA SEPARAZIONE E NEL DIVORZIO

Quando una famiglia si divide, la frattura non interessa il solo nucleo ristretto ma l’intera linea generazionale. Nell’attuale sistema le componenti “esterne” (la legge soprattutto) hanno preso il controllo della famiglia ma non esistono criteri obiettivi o mutualmente accettati per quello che può essere una “buona” separazione e quindi spesso accade di non sentirci soddisfatti.

Un buon lavoro di mediazione perciò deve essere rivolto allo sviluppo dei criteri oggettivi mutualmente accettati quali: la gestione del conflitto, la riflessione, la necessità di esteriorizzare la necessaria trasparenza in un contesto di sicurezza in un luogo protetto, al fine di riorganizzare le relazioni familiari in special modo per quanto attiene all’esercizio della cogenitorialità per favorire i genitori alla ricerca delle soluzioni più adatte alla specialità della loro situazione, dei loro problemi e per tutto ciò che riguarda la relazione affettiva ed educativa dei figli

REQUISITI PER LA MEDIABILITA’

  • Entrambi i genitori devono accettare la separazione (anche il genitore che subisce deve riconoscere che è l’unica possibilità)

  • Il genitore che ha subito la decisione dell’ex coniuge o compagno deve essere in grado di tollerare la presenza dell’altro almeno come cogenitore e di comunicare in modo efficace

  • Sono entrambi plenipotenziari rispetto a: avvocati, familiari, nuovi partner e servizi (quando coinvolti)

  • Siano in grado di gestire il conflitto per riconoscersi come genitori e capire cosa è bene per i figli

  • Abbiano accettato le regole della mediazione familiare: puntualità, rispetto reciproco, tempi e costi.

I BISOGNI DEI BAMBINI

  • Ispirandoci a Francoise Dolto i principali bisogni manifestati dai bambini al momento della separazione dei genitori possono essere riassunti:

  • Continuità della vita fisica (che include l’abitazione)

  • Continuità della vita affettiva (entrambi i genitori)

  • Continuità della vita sociale (il quartiere e la scuola)

  • Bisogno di essere informati della separazione e dei suoi motivi

  • Bisogno di essere tenuti al di fuori del conflitto coniugale

  • Bisogno di avere accesso a due linee genitoriali

  • Bisogno di sentirsi amati di amare e salvaguardare il contatto con entrambi i genitori

  • Bisogno che i genitori siano in grado di collaborare per il bene dei propri figli

  • Bisogno di essere rassicurati affinchè i due genitori continueranno ad occuparsi di loro

  • Bisogno di esprimere emozioni direttamente piuttosto che indirettamente

  • Bisogno che i genitori a piccoli passi e con tatto inseriscano nella vita dei propri figli eventuali nuovi partner .

RICERCA WALLERSTEIN E KELLY (10 ANNI)

RELAZIONI FIGLI DI GENITORI DIVORZIATI

BAMBINI IN ETA’ PRESCOLARE (2-5 ANNI)

  • Confusione, ansietà, paura

  • Regressione

  • Fantasie di riconciliazione

  • Sentimenti di colpa

  • Aggressività

BAMBINI IN ETA’ SCOLARE (5-7 ANNI)

  • Tristezza e dolore

  • Umiliazione e desiderio di vendetta

  • Gelosia, desiderio per il genitore assente

  • Sentimenti di rifiuto, abbandoni e paura

  • Fantasia di essere responsabile del divorzio

  • Fantasia di riconciliazione

  • Collera

  • Conflitti di lealtà

  • Cambiamenti nei rapporti sociali e scolari

BAMBINI DI ETA’ SCOLARE (9-12 ANNI)

  • Profondo sentimento di perdita, di rifiuto e di solitudine

  • Sentimenti di vergogna per i comportamenti dei genitori

  • Colera estrema

  • Paure, fobie, opposizione

  • Paura e dispiacere per i genitori assenti

  • Aumento dei sintomi somatici: mal di testa, mal di stomaco, insonnia , ansia generalizzata

  • Conflitto di lealtà: il bambino identifica un genitore come buono e l’altro come il cattivo

  • Diminuzione della stima di sé e del rendimento scolastico

ADOLESCENTI (13 ANNI E PIU’)

  • Sentirsi sovraccaricati per l’aumento delle responsabilità (aiutare il più piccoli)

  • Lacerati dai genitori in conflitto

  • Sono bloccati dai comportamenti infantili dei loro genitori, particolarmente se questi si protraggono per molto tempo

  • Si sentono in conflitto tra l’andare dai loro amici o dall’altro genitore affidatario

  • Sono sconvolti dai problemi economici

  • Hanno paura di avere in prospettiva relazioni di lunga durata o paura del matrimonio

  • Hanno conflitti di lealtà

  • Sono coscienti dei comportamenti sessuali dei propri genitori

  • Possono acuirsi problematiche emotive, psicologiche e relazionali

  • Potrebbe essere compromesso l’andamento scolastico

SERVIZI DEDICATI ALLA TERZA ETA'

INTERVENTI PERSONALIZZATI INDIRIZZATI A PAZIENTI GERIATRICI E/O CON PROBLEMI DI DEMENZA SENILE, MALATTIA DI ALZHEIMER, POSTUMI DA ICTUS, MALATTIE NEUROLOGICHE, DISTURBI COMPORTAMENTALI, ANSIA E DEPRESSIONE

PERCHE'?

  • Creare strategie di attivazione

  • Riattivazione cognitivo-comportamentali e interventi preventivi sostegno, partendo dalle capacità di base del paziente

  • Favorire mediante setting organizzati l'emergere della personalità, espressività, comunicazione interazione stimolando le potenzialità latenti e rimosse

  • Acquisire capacità di adattamento per vivere meglio in una nuova fase della vita.

COSA FACCIAMO?

  • Risveglio delle energie positive

  • Riduzione di disturbi emotivi, comportamentali e relazionali

  • Contenimento dei disturbi psicotici, dell'umore e tendenza all'isolamento

  • Stimolazione delle risorse residue, competenze cognitive, orientamento spazio-temporale, contatto con la realtà. Emergere delle reminescenze (vissuto, identità)

GLI INCONTRI POSSONO ESSERE ANCHE RICHIESTI A DOMICILIO

ATTIVITA' CONDOTTE DA:

  • PSICOLOGO

  • COUNSELOR

PER I FAMILIARI

  • Sportello di consulenza con funzione informativa sulla tipologia del problema, aiuto nella scelta del comportamento d intraprendere

  • Gruppo di sostegno alle famiglie

  • Ascolto ed esplorazione delle aspettative, dei timori rispetto al presente patologico del proprio caro

  • Osservazione del feedback in termini emotivi e significativi

GRUPPI DI AUTO AIUTO (AMA)

Il gruppo di auto aiuto è strutturato in un gruppo che si unisce per:

  • Soddisfare i bisogni comuni

  • Assicurare reciproca assistenza

  • Superare un comune disagio esistenziale

  • Impegno per produrre cambiamenti

GRUPPI DI AIUTO PER:

  • Superare il trauma di un lutto

  • Per persone separate e/o divorziate

  • Per genitori adottivi

  • Per ragazze, donne mamme single

  • Per genitori con figli adolescenti

  • Per genitori con figli diversamente abili

  • Per persone affette da sindrome fibromialgica

MASSAGGIO INFANTILE

DOTT.SSA M.R.NICOLETTA PORZANO

Specialista come insegnante di massaggio infantile presso AIMI (Associazione internazionale massaggio infantile)

MASSAGGIO INFANTILE

MASSAGGIO D’AMORE

CHE COSA E’ IL MASSAGGIO INFANTILE?

Il massaggio infantile è un’antica tradizione presente in culture di diversi paesi. Le recenti ricerche e l’evidenza clinica confermano l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo psicomotorio del bambino a diversi livelli.

Il massaggio ci aiuta ad accompagnare, proteggere, stimolare la salute del bambino e la sua crescita

Il massaggio non verrà effettuato dallo specialista sul bambino ma saranno i genitori stessi ad acquisire le tecniche in modo da applicarle sui loro figli. Il setting può essere composto o da un singolo genitore o coppia genitoriale con il proprio bambino oppure da un piccolo gruppo genitori/figli.

L’insegnamento del massaggio si articola in 5 incontri di un’ora e mezza ciascuno.

OBIETTIVI E FINALITA’ DEL MASSAGGIO

  • Favorire il legame di attaccamento rafforzando la relazione genitore-bambino

  • Esperienza di profondo contatto affettivo tra genitore e bambino per favorire il rilassamento di entrambi. Nutre e sostiene nell’arte di essere genitori

  • Facilita la conoscenza delle varie parti del corpo aiutando a sviluppare l’immagine del sé, così da far sentire il bambino sostenuto ed amato

  • E’ un mezzo di comunicazione per creare un miglior contatto con il proprio figlio, favorendo il suo stato di benessere

  • Aiuta il bambino a scaricare le tensioni provocate da situazioni nuove, piccoli stress o piccoli malesseri

  • Si rivela un efficace metodo nei disturbi ritmo sonno-veglia

  • Stimola e fortifica la regolazione del sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario, gastroenterico in quanto previene e da sollevo al disagio delle coliche gassose.

GLI INCONTRI COMPRENDONO

  • Apprendimento pratico delle sequenze complete dei massaggi

  • Apprendimento dei benefici del massaggio per il neonato e per il bambino più grande

  • Esperienza di comunicazione non verbale stimolata dal massaggio: sorriso, contatto visivo, contatto attraverso la pelle

  • Apprendimento di modalità che possono dare sollievo al bambino che soffre di stipsi, meteorismo, coliche addominali e pianto

  • Adattamento del massaggio per il bambino più grande

  • Momenti di riflessione sul rafforzo del legame genitore-bambino

  • Apprendimento del massaggio per bambini con bisogni speciali: bambino prematuro, ospedalizzato, in affido, adottato, disabile ecc